Il Sicofante da parcheggio è una sottospecie dell’originario Sicofante da pianerottolo (https://stefaniacontardi.it/2021/05/02/il-sicofante-da-pianerottolo) dalle capacità di tipo osservativo e competenze geografiche maggiormente sviluppate. 

Solitamente si aggira furtivo nei parcheggi e posteggi pubblici alla ricerca attenta dell’auto che non rispetta il decreto. Il novello Sherlock, cultore di massima legalità, esulta la sua indignazione non appena scorge, e segna sul suo taccuino nero a quadretti, le targhe delle auto che non sono immatricolate nella (sua) provincia di residenza, tra le quali spunta immancabilmente la mia, acquistata in una regione attualmente rossa o forse arancio, o forse rosa fucsia con striature, durante i miei molteplici pellegrinare di residenza. Questo ha risvolti psicologici non da poco, ché comporta nel proprietario un disagio mentale di cui potrà liberarsi solo andando a parcheggiare la sua auto nel comune nel quale essa è stata registrata. Un giorno di questi guiderò per 400 km solo per provare l’ebbrezza della legalità di parcheggiare l’auto nel comune di Vicenza, dove effettivamente la mia auto è stata immatricolata anni orsono, per sentirmi a casa lontano da casa. Non importa se un casa là non ce l’ho. Ma avrò un parcheggio: della stazione, del centro commerciale, del cinema multisala. Ci sono tanti modi per sentirsi a casa.

Ma che dire de sicofante vaccinaro? E’ il vaccinaro della prima ora, anziano quanto basta, con le più svariate patologie vere o presunte, perché la fantasia non gli manca (ma l’unghia incarnita non bastava). Detiene il record dei primati per essere il primo a vaccinarsi. Talvolta nasce già vaccinato. Lo sbandiera al mondo intero con ogni modalità social e meno social. Ma non sa che il suo motivo di orgoglio coincide con lo scadere del green pass (che nemmeno ancora esiste) e presto dovrà vaccinarsi di nuovo per riacquisire il suo status di eletto. Di solito detiene anche l’anagrafe di tutti i vaccinati del borgo, ivi inclusi l’elenco dei non vaccinati segnati con asterisco (grave) e doppio asterisco (gravissimo) qualora essi appartengano a categorie per le quali era prevista la vaccinazione e non si sono presentati per, rispettivamente, impedimenti giustificati o impedimenti non giustificati, inclusa l’indecisione. Guarda in cagnesco e commenta con ogni mezzo l’idiozia dei no vax locali, o da lui ritenuti tali, quando non tempestivi nell’accodarsi alle fila dei vaccinandi e come un uccello del malaugurio, attende il momento in cui potrà dire “te l’avevo detto”. Rimprovera con sdegno il dubbioso e l’esitante e mette alla gogna l’untore pensatore libero. Lancia invettive del tipo “Pentiti, o tu peccatore, o ti sarà negato l’accesso al regno dei ristoranti, dell’apericena, del cinema in 3D, della piadineria accanto…” e molto altro, ovviamente “…a te e a tutta la tua discendenza dissennata e ingrata”. Fa tre passi di lato ogni qualvolta incrocia un o straniero (dicasi straniero qualsiasi individuo non appartenente alla comunità), perché nel dubbio esso appartiene sicuramente alla categoria untore. Si gira e si fa il segno della croce, pater filius et spiritus sancti, che non si sa mai […]. To be continued.