Mia figlia più grande è tornata dalla Scozia. Il rimpatrio è stato un incubo. Ora è tempo di famiglia, anzi, lo sarà dopo l’obbligo di stretta quarantena di due settimane. Dal mondo. E anche a noi. Ma, almeno, nessuno stress da scuola a distanza. “Dedicatevi ai vostri interessi e se non ne avete, createveli, oper il resto state in famiglia, questo è tempo per stare insieme senza stress ulteriore”.  I ragazzi sono già provati abbastanza. Le famiglie sono invitate a stringersi e fare famiglia. “Good luck. Take care and stay safe”. Questo il monito del Preside. Non fanno videolezioni, ma possono videochiamare i prof quando vogliono o ne hanno bisogno. O anche i compagni. Usano Microsoft Team per discutere consegne e argomenti. Intervengono interattivamente e caricano i lavori. Ma tutto senza ansia e senza stress. C’è da dire che hanno tutti l’iPad delle scuola (pubblica).

Punti di vista diversi. Certo.

In UK la situazione è questa. Tutte le scuole di ogni ordine e grado su tutto il suolo britannico sono state chiuse quasi al 100%. Quasi, perché laddove per alcuni bambini stare a casa potrebbe essere più controproducente del rischio di uscire, viene attuato un piano di accoglienza. Alcune sono dunque aperte ed operative con progetti che raggruppano età diverse, con le nuove modalità di prevenzione e distanziazione per i ragazzi vulnerabili, con disabilità, situazioni sociali a rischio, gravi bisogni educativi speciali, o che, semplicemente, hanno genitori che sono key-workers, lavoratori chiave (necessari alla comunità nei servizi essenziali, o nella lotta contro il Coronavirus). Detto questo, ciò che conta è che, in stato di emergenza, la Scuola sta perseguendo la sua funzione sociale. Sì, aprono anche per un solo bambino; c’è l’insegnante e anche il personale addetto alla pulizia, che ha molto lavoro in questo periodo. “In fondo siamo pagati per esserci”. È giusto così, dicono.

E la didattica a distanza?

Da noi sta diventando una moda, più che una realtà effettiva. Un’esigenza presunta. Una forzatura. Riempie le nostre bocche, le nostre bacheche, le nostre mail, le nostre chat, talvolta funziona, talvolta no, e invade le nostre vite già abbastanza complicate, e, talvolta, non è che il copia incolla delle modalità classiche di lezione frontale a cui far seguire il lavoro domestico. Peccato. Un’altra occasione persa. I miei figli più piccoli che frequentano la scuola italiana, vivono la stessa ansia da performance di sempre, tra collegamenti e consegne programmate. E noi con loro.

In UK, la scelta delle scuole non è univoca, ma, soprattutto, non diventa un affare di vita o di morte. Alcune l’hanno attivata, altre si sono limitate a preparare pacchetti di lavoro non obbligatori, altre hanno chiuso e basta; per “non essere ulteriormente discriminanti nei confronti di quanti non hanno la possibilità di accedere in remoto o che non hanno genitori in grado di seguirli in tal senso”. Perché ovunque c’è chi, come noi, non ha più lavoro e ha altri pensieri, altre grane, che stare attenti alle scadenze di consegna dei compiti, alle connessioni che saltano, o che sia accavallano quando si hanno più figli.  

Pare che alcuni paesi abbiano la certezza che da noi manca (!), ovvero che non sarà con la chiusura anticipata, che creeremo una generazione di imbecilli. Insomma, che non è la fine del mondo; ché le priorità sono sopravvivere a questi mesi. E ci si deve operare per produrre piani assistenziali alternativi e prioritari.

E gli esami?

Tanta polemica in patria, tanto veloce la decisione altrove.

La maturità inglese, il GSCE, gli A-levels, o i Nationals e gli Highers in Scozia sono subito stati cancellati a livello nazionale. Senza polemiche, senza nemmeno tanto pensarci e con buona pace di tutti. I ragazzi verranno valutati, entro fine luglio, sulla base delle prove d’esame, già effettuate nelle settimane scorse, sul rendimento e il lavoro in classe come fino al giorno di chiusura. Se il voto non piacerà, si potrà fare ricorso e ripetere l’esame ad inizio nuovo anno accademico, come del resto già è possibile in tempi normali, o nella sessione finale estiva del 2021.

Senza ansia, senza stress.

Easy as a piece of cake!