illustrazione Nicoletta Costa

Cara maestra, oggi, ti scrivo…

Non preoccuparti se mi vedi schivo,

è che, alle volte, sto solo pensando,

oppure, ci sta, che mi sto riposando.

Sai, dopo ore passate sui banchi

mi pare normale anche essere stanchi.

Adesso, a casa, nella mia cameretta

il diario di scuola è lì che mi aspetta.

Se ora mi chiedi di Greci e Romani,

io di gran lunga scelgo i marziani.

Se mi vedessi che sono distratto,

ho mille pensieri da mettere in atto,

quando, poi, suona la campanella:

i lego, gli ufo e non la cartella.

Tutto è importante, ma c’è sempre un tempo

e quello non è di questo momento.

Capisco e riesco senza essere un asso,

sia che ripasso o che faccio un po’ chiasso.

Non è che vada nel dimenticatoio

o se ho giocato giù nel cortile

se tu sei stata il mio accenditoio,

in questa giornata primaverile.

Se tu ci dici che hai spiegato tutto,

senza che fai quella faccia da lutto,

domani so quello che sapevo oggi.

Sai, non è saggio tenerci ostaggi.

Su, dai, proviamo. Sciogliamo gli ormeggi.

Buttiamoci in spiaggia, non son tutti scogli!

Ma spesso ho bisogno, però, che mi accogli.

Giuro, maestra, che non è un capriccio,

ma ho anche bisogno del mio cantuccio.

Al pomeriggio io ho un gran da fare

tra non fare niente o andare a giocare.

Se vuoi seguirmi a casa anche adesso,

facciamo che resti, però, nell’ingresso?

Non sono sciocco e anche da solo,

se me lo indichi, spiccherò il volo,

quando sarà maturo il mio tempo.

Che sia veloce o che sia un po’ lento,

guarda, ci tengo, non è una menzogna,

è che io sono uno che sogna,

ma se ancheo guardo dalla finestra

o disegno sul foglio, ti ascolto, maestra!

Se tu mi guardassi dritto negli occhi,

invece di dare la caccia ai pidocchi,

vedresti che brillano di luce pura

se, quando mi spieghi, c’è l’avventura

di te che hai saputo prima di noi,

di storie di piccoli o di grandi eroi,

che hanno cambiato o rifatto il mondo,

ma lascia che pensi almeno un secondo.

Dar tempo al tempo è un detto vero.

Tu lasciami il tempo per quello che spero.

Ché quando il futuro lo vedrò tetro,

guardare al passato, girarmi indietro,

ricorda che, questo, per me sarà oro:

sapere che hai fatto un gran bel lavoro.

(©Stefania Contardi, 2019)