Prima o poi siamo tutti vittime, colpevoli o anche solo testimoni delle liti quotidiane per i compiti. Ma dopo già cinque o otto ore di scuola, hanno senso?  Le ore trascorse a convincerli per poi stare anche una sola oretta su libri e quaderni o sui fantomatici libretti dei compiti estivi, sono utili o controproducenti? Improvvisarsi insegnanti complementari pomeridiani senza alcuna nozione disciplinare e men che meno pedagogica (o tutor serali, considerando che i genitori lavorano) aggiungono o tolgono ad un rapporto sereno con i figli? E poi, demandare il successo scolastico a casa, puntando quasi esclusivamente sull’ esecuzione dei compiti è giusto? Oppure è una contraddizione retta dalla legge del mal senso comune del ” si è sempre fatto così?”. E chi non può essere seguito? E chi ha bisogni speciali? Siamo sicuri che la pratica non sia discriminatoria? Siamo sicuri che sia davvero questa la risposta all’ analfabetismo funzionale per il quale siamo (ahimè) in cima alle classifiche dell’ OCSE? Quante domande, eh? Eppure siamo di nuovo in poll position per quantità di ore su banchi e compiti…. Abbiamo studiato le ricerche ventennali un campo internazionali. E alla fine la risposta è: NO, i compiti non servono a niente, anzi sono deleteri: i bambini apprendono bene e lo stesso. Soprattutto facendo esperienza di vita, di relazioni, e sì, anche di sana noia, ché nella noia si attivano le sinapsi cerebrali e si crea. Rimando, per approfondire, al gruppo Basta Compiti del dirigente e pedagogista Maurizio Parodi, alla petizione https://www.change.org/p/genitori-docenti-dirigenti-scolastici-campagna-basta-compiti e al mio libro per ragazzi che trovate anche qui, nella sessione libri e in ebook  al simbolico prezzo di 0.99 cents!!
“Il Chupacarta, ladro di compiti”, un mistero da risolvere, tre bambini come i nostri e qualche adulto speciale.
Non perdetevelo. Mamme, nonni, maestre e soprattutto bambini!