Al mandato di comparizione
aggredisce la costa, non corrisposta
da gentilezza alcuna. La despota
oscura rivela il suo volto all’assalto
nel biancore e monta prima d’infrangersi
onda. L’isterica risacca sibila,
stride, s’illude, giacché non la persuade
e cede alla rinnovata furia.
È il ruggito dell’onda che ingiuria,
menando la coda biancastra per
l’aria. Giammai aleatoria e grande
abitudinaria. Forza le narici
di iodio e avanza, dispotica,
con arroganza sulla terra ferma,
a riconferma del suo essere
insolente per natura,
inaffidabile per temperanza.
Non grata d’esser contraddetta.
Né di mitigare discordia alcuna.
Scuote le coscienze in disapprovazione
ché merita rispetto e adulazione,
giacché l’uomo è nulla al suo cospetto.
E, ruggendo, rammenta, alacre,
quanto, invero, egli sia mediocre.