Quando il tema è l’orizzonte,

lo svolgimento è impossibile.

La sua linea mi detta

la mia infinita limitatezza.

Insufficiente per condizione.

Mediocre per concessione.

La penna si ritrae, umile,

diversamente poetica,

tra i carruggi serrati.

Qui, l’autunno restituisce

l’equilibrio che l’estate ha tolto.

Ogni incrocio elargisce

nuove scelte.

Ogni cantone mai lesina

nuova meraviglia.

Ma altrove, l’ultimo sole

di ottobre, non mente.

È specchio sulle foglie del fico

prima di essere luce

allo scheletro.  

Di un lungo letargo.

Che sia!

(©Stefania Contardi, 2019)

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