A volte sei falce, a volte sei pala,
un’ombra, la fossa, la luce che cala.

Il master commander che causa e crea.
La mano di tutto o di niente rea.

Apnea di respiro o significato.
La scossa sul ciglio dell’inappagato.

Puoi soffiare vita, puoi soffiare vuoto.
L’amante, il carnefice, l’acqua o il fuoco.

Sei la mano tesa o la mano stesa.
Il tutto, il niente, il molto, la resa.

In questa danza macabra e grottesca,
non recito, sono! Burattino, esca,

la star a contratto per tutta la sera,
l’eroe di tragedia o di cronaca nera,

tramandata nel rifiuto quotidiano,
in repliche sempre al tuo cenno di mano.

Muoio un giorno per rinascere l’altro

Nel perfido gioco tu sei più scaltro

Rinasco ad ogni bugia di sereno,
ma quando rinasco, rinasco di meno.

Tu sei tutto, e il contrario di tutto,
Ma lasciami sola almeno nel lutto.

(Stefania Contardi, 2016)

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