Meraviglia si compie nei cuori umili e attenti.

Solleciti. Acconsenzienti.

Inaspettata si palesa senza lecito domandare.

Gli impertinenti raggi del sole

trovano pertugio tra i bianchi addensamenti.

Trafiggono di lame il mare in tempesta.

Lesta si desta la cresta che, irascibile,

tenta di scuoterseli ad ogni infrangersi d’onda.

Là, dove la prospettiva si fonde e disorienta,

chi non si perde, ritrova la propria collocazione

caduca e divina. Mina, la vastità acquea, la certezza.

Ridimensiona la pupilla. La collera cessa.

S’annega l’arroganza. Danza l’umana piccolezza,

svelando fibre di coscienza omessa

per negligenza reiterata.

È il risveglio di inorganici sensi:

il pensiero, la poesia, il rapimento.

Null’altro che importi al Mare.

Null’altro che necessiti il perituro,

in ragion del quale, del tempo, la linea, là vi si confonde.

Ed è così, che Meraviglia si compie.

(© Stefania Contardi, 2019)